Torino

anno: 2001

CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE

L’Opera nel suo complesso vuole essere il simbolo ed il messaggio di un concetto fondamentale come quello della memoria. Gli uomini e le donne della nostra generazione sembra che abbiano dimenticato gli episodi fondamentali della nostra storia. La “cultura” di massa non ne parla mai; non sono di moda e non sfruttabili o utilizzabili commercialmente. Ecco, il senso che il nostro gruppo di lavoro ha voluto dare a questa grande occasione progettuale è quello che la “memoria storica è indispensabile a formare uomini liberi che si sappiano gestire il presente e che siano in grado di progettare il loro futuro”.

La biblioteca quindi come il contenitore della memoria ed il teatro come espressione delle peculiarità più variegate dell’uomo. Su tutti i significati anche metaforici che questo progetto offre spicca quello della torre che oltre a rivestire una funzione polivalente è il simbolo di ciò che ci ha spinto verso questo approccio filosofico progettuale al tema.

La torre illuminata di notte rappresenterà la luce che pone perenne attenzione verso la memoria del nostro passato e oltre che elemento simbolico sarà anche un polo attrattivo ben visibile da tutta Torino, elemento di richiamo, punto di incontro; sarà dunque come un campanile di chiesa medievale. L’Opera si caratterizza nelle sue ampie superfici vetrate, rivestite internamente con pannelli in legno, come murate di vascello e come specchio di ciò che sta dentro, “la cultura del mondo” e di quanto sta fuori ”la cultura della città”. Immagini di quello che è stato il secolo scorso e non solo, verranno proiettate per tutto l’arco della giornata e ad intervalli irregolari.

A livello compositivo si è voluto creare un’architettura semplice ed immediata ma  anche imponente ed evocativa, che esprimesse non solo i valori evidenziati dalla cultura della memoria ma anche come luogo vitale pulsante di significati e che anche tramite i materiali e le tecnologie impiegate rappresentasse il passato, il presente ed il futuro dell’uomo. Ci piacerebbe che il nostro progetto risultasse così immediato da ricondurlo a solo tre elementi compositivi; la biblioteca con le sue ali, la torre lanterna, il teatro espressivo e discreto al contempo. Dalla piazza e varcata la soglia di ingresso del nuovo centro culturale si accede all’atrio, immersi nel triplice volume; questo è caratterizzato simbolicamente con il suo “totem della memoria”dal quale, in maniera semplice ed immediata è possibile percepire ogni funzione e direzione dell’intero centro. L’atrio indirizza al primo livello della biblioteca, agli istituti stranieri di cultura, alla torre, ed ai negozi; da una coppia di scale mobili si può accedere alla piazza antistante al teatro, a meno 4,00 mt. Uno spazio che rappresenta un vero e proprio foyer all’aperto che con la sua pensilina aggettante accoglie ed invita agli spettacoli che vi si terranno.
La pelle esterna delle ali della Biblioteca sarà doppia  e costituita da un primo strato in legno e da un altro vetrato. La schermatura alla luce naturale tramite l’uso del frangisole  in legno non sarà adottato solamente nelle pareti che delimitano il patio ma anche lungo tutto il lato interno di ciascuna delle due ali della biblioteca. Al teatro si accede dalle scale mobili nell’atrio del Centro che adducono alla piazza-foyer ubicata ribassata rispetto al piano della piazza superiore, per poi entrare nel vero e proprio foyer che distribuirà le varie funzioni.

La piazza antistante il Centro è la cerniera ideale tra il Centro medesimo ed il parco riprogettato nell’area indicata nel programma architettonico. Il numero delle essenze arboree è stato incrementato ulteriormente ed il ridisegno dell’intera area è stato concepito come un grande parco urbano all’inglese. Vi sarà poi in prossimità della piazza del centro uno spazio dedicato alla sosta delle biciclette organizzata con delle rastrelliere. La piazza principale con le sue vasche d’acqua e le sue bandiere è anche lo spazio dove potranno essere allestiti spettacoli e rappresentazioni durante tutto l’arco della giornata.

con Sandro Bonannini, Massimo Del Seppia e Francesco Giusti